giovedì 4 aprile 2013

Galateo: La conversazione

Con i nuovi metodi di comunicazione l'arte di conversare è andata perdendosi nel corso degli anni; tuttavia in alcuni ambienti e in certe occasioni essa segue ancora delle regole precise. 
Tuttavia, anche senza essere ricevuti da un nobile o da altra persona altolocata, si può fare sfoggio di eleganza e buone maniere. 

Innanzitutto, il vero perno di una buona conversazione è la padrona di casa; deve essere lei ad iniziare e condurre la conversazione, stando attenta che essa non tocchi argomenti sconvenienti o non degeneri in dispute. Una padrona di casa colta e raffinata è sempre motivo di lustro in ambienti eleganti.
Non è cortese nè di buon gusto parlare di sè, di religione, di politica o di denaro; men che meno si debbono toccare argomenti licenziosi, soprattutto in presenza di donne non maritate. Nel caso in cui il discorso tocchi persone assenti, è d'obbligo parlarne in maniera neutra, senza prodigarsi in giudizi di alcun genere.
E' bene non eccedere monopolizzando l'attenzione, nè rimanere in silenzio assoluto; lasciate spazio anche agli altri, nel primo caso, o intervenite anche solo con una frase per dimostrare il vostro interesse, nel secondo. Quando parlate rivolgetevi a tutti quelli che stanno partecipando alla discussione; non parlate mai ad un solo interlocutore escludendo gli altri.
La gestualità va il più possibile limitata, così come alti e bassi nella voce, che si deve assestare su un tono ben udibile ma che non cada nelle urla o nello sguaiato.

Tutte queste regole sono molto intuitive, ma non è altrettanto naturale metterle in pratica, soprattutto se non si è abituati a farlo. Ovviamente se siete a pranzo con parenti o amici stretti non è necessario seguirle rigorosamente, tuttavia mostrare rispetto per chi condivide la vostra quotidianità è un gesto ancor più elegante del prodigarsi con gli sconosciuti, senza ovviamente eccedere e risultare freddi o distanti.